CORREZIONE CICATRICI CUTANEE : CONCETTI FONDAMENTALI
In realtà non esiste una univoca tecnica correttiva valevole indistintamente per tuttii tipi di cicatrici cutanee, di conseguenza ogni paziente ed ogni caso va valutato singolarmente, al fine di impostare un adeguato programma correttivo per attenuare e/o eliminare le cicatrici inestetiche.
In effetti sotto il termine generico di “cicatrici” generalmente sono sottintese varie tipologie di alterazioni della continuità :includendovi quindi dalle atrofie-distrofie cutanee alla formazione di esuberanza tessutale delle cicatrici ipertrofiche e/o dei cheloidi.
E’intuitivo come un approccio utilizzabile per un esito di acne o varicella si discosti anche radicalmente da quello indicato per una cicatrice esito di intervento chirurgico o di trauma,o ancora da ustione (chimica-fisica ecc,),con tutte le varianti del singolo caso.
Non può quindi essere attendibile un tipo di messaggio propagandistico che lasci intendere al pubblico miracolistiche e “allargate” metodologie applicabili su ogni tipo di cicatrice (e soprattutto su qualsiasi paziente).
Chiarito questo concetto di base, va detto che riveste particolare importanza una adeguata valutazione del paziente,che sottintenda :
- diagnosi esatta del tipo di cicatrice-
- sede ed estensione del complesso cicatriziale
- valutazione del tipo di tessuti del paziente ed in particolare di quelli vicini alla cicatrice
- monitoraggio diagnostico generale del paziente (se diabetico o altre patologie associate tipo vasculiti e/o microangiopatie),cioè ricerca di tutte quelle alterazioni fisiopatologiche che possano ragionevolmente e quindi prevedibilmente o anche solo potenzialmente interferire con un regolare processo di guarigione
- modalità di guarigione del paziente alle ferite (come cicatrizza in genere)
- motivazione del paziente a sottoporsi a trattamenti correttivi di vario tipo, indicati nel caso singolo, e sue aspettative.
Tale valutazione di routine, è indispensabile per individuare il giusto approccio terapeutico-correttivo, che si avvale oggi di varie e molteplici metodologie, spesso da applicarsi in combinazione sequenziale e/o alternata, variabile durante il corso del trattamento correttivo.
Infatti ci sono metodologie che tendono a correggere le cicatrici promuovendo dei cambiamenti di tipo fisico diretti del tessuto cicatriziale stesso, altre metodiche che si basano essenzialmente su un miglioramento trofico del tessuto cicatriziale, altre ancora che presuppongono una maggiore aggressività includendo la distruzione parziale e/o totale del tessuto cicatriziale con sostituzione dello stesso con cute normale da parte dell’organismo, modulandone la guarigione, ed infine le molteplici tecniche prettamente chirurgiche : dall’ eliminazione diretta della cicatrice e/o plastiche cutanee per diminuirne la tensione e la forma, alla sostituzione del tessuto cicatriziale con innesti di tessuto sano (autoinnesti) o utilizzando quando possibile il tessuto in vicinanza della lesione (lembi di scorrimento e/o rotazione).
Un concetto veramente importante da tenere in considerazione in ogni caso , è quello di non considerare il tessuto cicatriziale come un tessuto non vitale e quindi inerte (come finora è stato ): è invece fondamentale promuovere una adeguata rivitalizzazione e “normalizzazione” del tessuto cicatriziale e pericicatriziale prima-durante e dopo ogni trattamento correttivo, sia esso di tipo fisico e/o chirurgico (vedi art. “Approccio di tipo biologico alla correzione delle cicatrici”)
Ciò è alla base di ogni buon risultato finale estetico-funzionale, che deve ovviamente tendere alla normalizzazione del tessuto cicatriziale e pericicatriziale trattato.
La dimostrazione di quanto sopra è facilmente evidenziabile studiando in vivo la cicatrice con metodiche ad epiluminescenza con vari ingrandimenti, prima e dopo i trattamenti,che evidenziano un radicale cambiamento nella morfologia tessutale e della disposizione del microcircolo, che appare normalizzato in quantità e distribuzione al neo-tessuto.
In sintesi (fermo restando un approccio razionale come sopra accennato), abbiamo oggi a disposizione molteplici metodologie correttive, da considerarsi complementari e interdipendenti tra loro, a giudizio medico-chirurgico :
METODOLOGIE ELETTRO-MEDICALI
Radiofrequenza-LPG Endermologie-ecc.
METODOLOGIE CHE UTILIZZANO FONTI DI ENERGIA LUMINOSA
Laser di vario tipo
METODOLOGIE DI TIPO FISICO-MECCANICO
Dermoabrasione-Microdermoabrasione-Dispositivi elasto-compressivi – Medicazioni con Dispositivi Medicali in gel di silicone, ecc.
METODOLOGIE FARMACOLOGICHE
Infiltrazioni di cortisonici e/o altri farmaci (compresi farmaci di tipo Omotossicologico-Omeopatico) con utilizzo del classico ago e/o nuove metodiche quale la Dermoelettroporazione (che permette la diffusione delle sostante nel tessuto in modo uniforme e senza utilizzo di aghi)
METODOLOGIE A FINALITA’ BIOLOGICA MODULANTE
Infiltrazioni di grasso autologo-Infiltrazioni di sostanze biologiche in genere-Nuove metodiche combinate che stimolano il derma in profondità in modo fisiologico.
METODOLOGIE MICROCHIRURGICHE
Microchirurgia : con sostituzione di piccole parti di tessuto a mosaico e/o sostituzioni di cicatrici circoscritte di piccole dimensioni
METODOLOGIE DI CHIRURGIA PLASTICA CORRETTIVA ED ESTETICA
Revisioni chirurgiche dirette-
Correzioni chirurgiche con plastiche in situ-Riparazione con innesti autologhi prelevati da altre sedi corporee dello stesso paziente-Espansione cutanea Ecc.
Da quanto esposto si capisce come esista praticamente per ogni caso la possibilità di correzione completa e/o per lo meno di miglioramento delle cicatrici inestetiche e spesso deturpanti, ma va sempre tenuta presente la opportunità di una corretta valutazione del problema di ogni singolo caso, al fine di impostare un adeguata preparazione del tessuto che così risponderà al meglio alle metodiche correttive (e alla combinazione delle stesse a seconda delle necessità e opportunità), per una correzione considerata nel senso di una globalità di guarigione funzionale ed estetica, con profondo rinnovamento personologico.