DOTT. WALTER POLINELLI;    SPEC. CHIRURGIA PLASTICA; ST.: VIA VENINI 14/D TEL.: 02.6700485  MILANO

 

 

ENDERMOLOGIE COME TERAPIA MEDICALE : ASSOCIAZIONE CON OMOTOSSICOLOGIA

 L’Endermologie è un trattamento ben conosciuto e affermato in Francia e da tempo utilizzato anche in Italia, dove è conosciuto soprattutto quale eccellente metodica per rassodare i tessuti e ridurre la cellulite e i pannicoli adiposi, nonché quale eccezionale drenante linfatico-venoso con riduzione duratura della stasi venoso-linfatica e miglioramento circolatorio degli arti inferiori.

Il suo meccanismo di azione si basa su un profondo e graduale massaggio muscolo-cutaneo eseguito da un terminale a rulli collegato ad una potente apparecchiatura  elettromedicale computerizzata che viene impostata con diversi programmi a seconda della situazione clinica del paziente.

Data la notevole potenza sviluppata dal macchinario, lo stesso deve essere utilizzato solo da personale competente; in effetti il migliore risultato sarà ottenuto se accompagnato da una specifica competenza e manualità dell’operatore specializzato, che dovrà essere in grado non solo di scegliere il programma adeguato nel singolo caso, ma anche conoscere  l’anatomia umana per  azionare i rulli manualmente con la potenza adeguata e attivare tutte le stazioni linfatiche di drenaggio delle varie parti corporee, al fine di mettere l’organismo stesso nella condizione di eliminare rapidamente le tossine accumulate in particolare nel tessuto connettivo e nei tessuti muscolo-cutanei; migliorare la condizione del microcircolo tessutale e riattivare potentemente il trofismo della zona interessata dal ristagno liquido e dalla lipodistrofia cutanea, più comunemente conosciuta come “cellulite” nelle sue varianti cliniche di vario grado.

In sintesi questa metodica ha la sua efficacia nel ripristino delle condizioni ottimali di funzionamento dell’organismo, riattivandone le capacità detossificanti e di conseguenza apportando  anche  uno stato di benessere  globale, che si assomma al risultato estetico esteriore.

In effetti molto spesso i disturbi di tipo estetico con cellulite e depositi adiposi, molto spesso si accompagnano ad una serie di alterazioni dell’equilibrio omeostatico dell’organismo, intossicato in varia misura da abitudini alimentari e di vita spesso sedentaria, che si manifestano con una drastica diminuzione dell’attività di drenaggio delle tossine stesse anche attraverso l’organo emuntore molto esteso quale il distretto cutaneo, nonché con più profonde alterazioni della capacità di smaltimento calorico e lipidico, con accumuli adiposi resistenti alle diete e stasi microcircolatorie e linfatiche, responsabili dell’innesco di una catena di deterioramento tessutale che non può che portare al peggioramento, fino alla irreversibilità, delle ben conosciute alterazioni lipodistrofiche  e cellulitiche.

Da quanto esposto è intuitivo che, soprattutto quando tali alterazioni hanno raggiunto un certo stadio, sarà necessario agire anche sull’organismo in senso più generale, con una azione detossificante e di sblocco enzimatico e del buon funzionamento cellulare, che si tradurranno in una migliore e più rapida  risposta al trattamento Endermologie, permettendo allo stesso inoltre di superare dei cosiddetti “punti morti” nel processo migliorativo e un calo ponderale, anche nei casi più resistenti.

Questo richiederà ovviamente un inquadramento clinico del Paziente, con un approfondito studio della funzionalità del suo organismo, con la eventuale eliminazione di intolleranze nutrizionali, farmacologiche e ambientali ( da ricercarsi con il test di elettroagopuntura di Voll: EAV, in grado di rilevare  squilibri organici, spesso non diagnosticabili con le classiche metodiche cliniche, soprattutto se non hanno ancora portato ad un danno d’organo irreversibile ).

E’ un punto fondamentale per potere approntare una terapia mirata che avvantaggerà ovviamente il paziente per lo stato di salute generale, riequilibrandone le corrette funzioni dell’organismo, qual è in definitiva lo scopo principale della terapia Omotossicologica, che riunisce la tradizione e l’esperienza omeopatica con la più moderna visione scientifica di terapia d’organo-specifica.

Il grande vantaggio dell’associazione di una terapia omotossicologica con il trattamento Endermologie, sta  nel fatto che la prima rimuove le tossine accumulate dall’organismo e ne ottimizza la funzione globale, mentre la seconda ne favorisce la rapida eliminazione per la sua azione di potente drenaggio, senza quindi affaticare gli organi emuntori degli altri distretti corporei.

Del resto oggi non è più accettabile  la concettualità di un trattamento che non rientri in una logica di completezza, nella visione di globalità di tipo olistico della Persona, considerando che qualsiasi trattamento medico deve essere in definitiva finalizzato al miglioramento dello stato di salute della stessa, anche se  di tipo apparentemente estetico.

 

 

ENDERMOLOGY IN ASSOCIAZIONE CON LA LIPOASPIRAZIONE

Si consideri inoltre che anche in visione di un eventuale trattamento chirurgico con lipoaspirazione, la preparazione con Endermology risulta essere di estrema utilità, in quanto l’operatore troverà un tessuto più omogeneo ed elastico, fattore assai importante per un risultato ottimale, con una convalescenza assai ridotta.

Dopo la lipoaspirazione l’Endermology avrà la capacità di migliorarne ulteriormrnte il risultato estetico-funzionale, tonificando al meglio i tessuti.

PAROLE CHIAVE:  Endermology; drenaggio tessutale; terapia Omotossicologica; lipoaspirazione.

 

CICATRICI DA USTIONE: TERAPIA ASSOCIATA CON ENDERMOLOGY E OMOTOSSICOLOGIA, OVVERO UTILIZZO DEL POTENZIALE BIOLOGICO DEL TESSUTO CICATRIZIALE STESSO PER MODULARNE LA STRUTTURA, CON NOTEVOLE MIGLIORAMENTO ESTETICO-FUNZIONALE DEL COMPLESSO CICATRIZIALE.

(ASSOCIAZIONE DI TERAPIA FARMACOLOGICA E FISICA)

Comunemente finora il tessuto cicatriziale è stato in un certo qual modo, considerato come un tessuto a scarsa capacità biologica, se si eccettuano i casi di cicatrici ipertrofiche e cheloidee, che sono comunemente trattate con farmaci corticosteroidei, infiltrati in loco, allo scopo di frenare una attività fibroblastica disordinata e inopportuna, che peggiora l’aspetto estetico-funzionale delle cicatrici, in particolare quelle secondarie ad ustione, in cui abbiamo una particolare alterazione del terreno di base, con spesso una particolare estensione e interessamento di distretti corporei visibili, con formazione di briglie aderenziali compromettenti spesso anche dei movimenti importanti.

La correzione chirurgica è spesso gravata da insuccessi di vario grado, richiedendo comunque spesso più ricoveri e l’utilizzo degli espansori cutanei al fine di espandere del tessuto sano circostante che dovrà sostituire il tessuto cicatriziale escisso nel corso degli interventi necessari. Non sempre tale metodica è indicata, seppur validissima se correttamente eseguita.

Altri trattamenti sono costituiti dalla applicazione di particolari gel siliconati e di guaine spesso confezionate su misura, che tendono ad abbassare e ammorbidire la cicatrice.

Comunque il tessuto cicatriziale è caratterizzato da una sua particolare attività biologica, che lo porta alla produzione di micro e macrofibrille collagene in eccesso e in modo disordinato, non rispettoso dell’omeostasi dei tessuti circostanti e delle loro funzioni.

Quindi lo scopo di qualsiasi trattamento di una cicatrice estesa, dovrà obbligatoriamente essere finalizzato ad un ripristino di una struttura più omogenea possibile col tessuto circostante, allo sbrigliamento delle sinechie e dei tralci fibrosi compromettenti la funzione del distretto corporeo interessato, al ristabilimento del microcircolo tessutale che per ovvie ragioni è alterato nella cicatrice e responsabile a sua volta di un distrofismo strutturale con andamento peggiorativo della lesione.

Inoltre bisogna cercare di modularne l’attività biologica, in modo da impedire una ulteriore produzione di fibre collagene in modo disorganizzato e disomogeneo tipico delle cicatrici da ustione, volgendo invece la potenzialità anabolica verso una ricostituzione più fisiologica dei tessuti.

Per ottenere ciò, è necessario frammentare le fibre cicatriziali disordinate, stimolare la microcircolazione distrettuale, controllare la sintesi di neofibrille collagene ed elastiche, favorire il trofismo cutaneo.

In sintesi lo scopo è  di accelerare il processo di distruzione e ricostruzione, preparando il terreno dell’organismo con un profondo drenaggio e detossificazione, con sblocco dei sistemi enzimatico-ossidativi, nonché ottimizzazione e velocizzazione della terapia tramite infiltrazioni loco-regionali specifiche.

È importante notare che questa impostazione terapeutica contrasta notevolmente dal punto di vista concettuale con le metodica classica, che richiede l’utilizzo di infiltrazioni corticosteroidee, con il fine di ridurre le fibrosità cicatriziali, ma che molto spesso portano ad una atrofia tessutale, senza alcuna possibilità di ripristino organizzativo funzionale del tessuto.

A livello pratico quanto sopra è ottenibile con l’associazione e l’alternanza di trattamenti con Endermologie, che utilizzando piccoli rulli e terminali speciali, riesce a frammentare le fibre cicatriziali e a scollare i piani tessutali superficiali riattivando nel contempo il microcircolo, a brevi sedute di microinfiltrazioni sopra menzionate, con sostanze omotossicologiche che svolgono una importantissima funzione di drenaggio del tessuto e una incisiva azione di stimolo delle capacità biologiche dello stesso, indirizzandole con azione modulante ad un ripristino di normalità strutturale.

Come possibile desumere dal materiale fotografico di un classico caso descritto nell’articolo “trattamento biologico delle cicatrici” (vedi nel sito), la terapia eseguita sul Pz ha dato dei risultati assai favorevoli e in misura superiore a qualsiasi aspettativa. Di non ultima importanza si consideri che il tessuto così trattato è preparato in modo ottimale ad eventuali successivi interventi correttivi, che potranno quindi essere più favorevoli e meno traumatici, con una auspicabile migliore ripresa, funzionale ed estetica.

Questo stesso protocollo, a maggior ragione ha ottenuto ampio successo anche nella correzione di cicatrici di minore gravità, quali quelle residuate ad acne (in cui è vantaggioso associare delle sedute di microdermoabrasione) o post-traumatiche e chirurgiche, in quanto i concetti suesposti valgono ovviamente in tutti i casi, dato che il concetto di ripristino della funzione d’organo ( in questo caso cutaneo), è essenziale in tutti i casi, anche dove ci si voglia orientare su una correzione principalmente chirurgica.

 

 

PAROLE CHIAVE: Endermology; microiniezioni; Omotossicologia; modulazione biologica; normalizzazione strutturale; ripristino funzione d’organo.