DOTT. WALTER POLINELLI

Spec. in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva

Consulente   Tecnico   del   Tribunale

St.:Via Venini 14/D, Milano. Tel : 02-6700485

 

I CAMBIAMENTI DEL CORPO E DELLA MENTE

 La menopausa, ma anche gli anni antecedenti e successivi ala stessa, costituiscono indubbiamente un periodo storico di grande rilevanza nella sfera psichica e fisica della donna; in particolare nel momento storico sociale che caratterizza la società odierna, in continuo e rapido cambiamento, in cui il ruolo femminile acquisisce sempre più importanza ed emancipazione a tutti i livelli.

La donna odierna è sempre più conscia delle sue potenzialità intrinseche e dell’accettazione di fatto da parte della comunità dell’importanza dei ruoli anche di enorme responsabilità ricoperti dal ruolo femminile, con non inferiore successo rispetto a quello maschile; in molti casi anche  superiore.

Questo è vero in misura diversa in ogni strato sociale, dove univocamente si osserva una maggiore presa di coscienza della donna nei confronti dei suoi ruoli, quali essi siano, in ogni singola situazione.

Si può quindi indubbiamente osservare una forte presa di coscienza della donna che ha portato in pochi anni ad un radicale cambiamento femminile nel rapportarsi con la società  ( macrocosmo sociale ),  con la propria famiglia ( microcosmo sociale ), ma anche e soprattutto  col suo mondo interiore.

Unitamente a quanto detto, va considerato che questo periodo della vita della donna coincide anche con la massima maturazione delle proprie capacità discriminative e di assunzione di responsabilità, personali e professionali.

Per tutto ciò la donna odierna non è più disposta a lasciarsi e/o mettersi da parte all’avvento della premenopausa, come invece succedeva fino a non molti anni fa, ma è anzi non infrequente assistere in coincidenza di questo periodo, ad una capacità decisionale e reazionale a tutti i livelli da parte della stessa, che spesso dimostra una insospettata volontà di autoaffermazione.

In sintesi non è più accettabile da parte femminile una diminuzione di efficienza personale, sia questa a livello professionale, famigliare, estetico, essendo peraltro questi fattori molto strettamente interdipendenti; ma soprattutto emerge che la donna si attiva in questo periodo della sua vita per  trovarsi  o ritrovarsi a proprio agio con se stessa, nel nuovo ruolo in cui si riconosce.

La donna che quindi si rivolge al chirurgo estetico in questo periodo della vita, generalmente non lo fa tanto per “non invecchiare”, ma per prolungare il più possibile la sua efficienza psico-fisica e per trovarsi nelle condizioni migliori per affrontare una vera e propria seconda giovinezza, essendo pronta a vivere meglio con se stessa e con gli altri, conscia di essere in grado di dare il meglio della propria persona.

Questo spiega molte cose osservabili durante il colloquio della donna col chirurgo estetico. Infatti spesso la paziente di questo tipo risulta avere le idee molto chiare, nelle sue richieste, con un adeguato  rapporto medico-paziente, senza aspettative miracolistiche ma soppesando con raziocinio le varie possibilità chirurgiche e cosmetiche che caso per caso si presentano, lasciandosi consigliare dal chirurgo e affidandosi allo stesso.

Non a caso le richieste più frequenti sono legate a fattori che denunciano un certo rifiuto delle pazienti ad un invecchiamento in particolare delle zone corporee visibili, che quindi possa diminuire la propria efficienza estetica, quali per es. le rughe facciali, l’appesantimento delle palpebre (che portano ad avere lo sguardo stanco), le classiche iperpigmentazioni del dorso della mano ( le cosiddette macchie senili ), spesso anche la perdita di capelli (causata dallo sbilancio ormonale tipico di questa fase della vita femminile), la richiesta di eliminazione di festidiosi ed inestetici accumuli adiposi, in genere il miglioramento del proprio aspetto fisico.

Molto spesso le richieste sono dirette al risolvimento di problematiche estetico-funzionali, cioè vòlte al miglioramento estetico ma con anche un importante aspetto di tipo funzionale, quale ad esempio la lipoaspirazione della zona delle ginocchia interne (che rimuovento l’eccesso di accumulo adiposo oltre a slanciare visivamente l’arto inferiore, migliora nettamente la circolazione venoso-linfatica dello stesso distretto, diminuendo nettamente e spesso eliminando quel fastidioso gonfiore alla gamba dato dal ristagno di liquidi, nonché fastidiose parestesie da cattiva circolazione). Oggi le tecniche si sono molto affinate, in particolare se eseguita con il nuovissimo apparecchio di origine statunitense, che utilizza cannule in titanio leggerissime e sottilissime, collegate ad un geniale motore chirurgico che trasmette alle stesse un movimento vibratorio con conseguente scollamento delicato dei tessuti ed omogeneo scioglimento del grasso da aspirare, permettendo quindi di eseguire la lipoaspirazione con minimo traumatismo e perfezione di risultati, spesso senza neppure ecchimosi, col massimo rispetto delle strutture anatomiche distrettuali; Ovviamente le cannule utilizzate devono essere tutte sterili e monouso. Lo stesso concetto vale per la lipoaspirazione di altri parti del corpo, quali l’addome, i fianchi, il sottomento, le braccia, le gambe, ecc.; sempre considerando che questo intervento non deve essere eseguito per dimagrire, ma per rimodellare il corpo; deve essere eseguito da operatori esperti ed in ambiente idoneo, che permetta largo margine di sicurezza.

L’intervento forse più richiesto di tipo estetico-funzionale riguarda la blefaroplastica, cioè la correzione delle cosiddette borse sotto gli occhi e la rimozione della esuberanza di cute delle palpebre superiori. Questa piccola ma delicata operazione porta ad un miglioramento estetico eccellente, con “ riapertura “ dello sguardo ed una valorizzazione degli occhi spesso stupefacente, con inoltre una restituzione  completa anche  del campo visivo, con piccole cicatrici  praticamente invisibili, duratura nel tempo.

La correzione dell’invecchiamento del volto, oltre che della blefaroplastica, si avvale di varie metodiche e tipi di intervanto, che vanno dai più radicali, come il leefting facciale completo, che richiede ricovero, agli interventi su difetti più parziali, in particolare per l’attenuazione o l’eliminazione di rughe e solchi cutanei, che sono molto sentiti dalla donna in questa fase della vita. Per la correzione di questi difetti oggi il chirurgo estetico può avvalersi di svariate metodiche e materiali, che vanno dai peeling chimici e/o meccanici, alle tecniche riempitive con varie sostanze di durata variabile a seconda del materiale usato e del tipo di cute e mimica facciale della paziente.

Molto richiesto attualmente è l’acido jaluronico, che ha il grande pregio di non provocare reazioni allergiche e di avere una buona durata; inoltre attualmente è il migliore materiale per il riempimento e riapertura delle labbra, in quanto si amalgama molto bene con il tessuto ospite, permettendo risultati del tutto naturali e modulabili direttamente a seconda della volontà della paziente, che giustamente non vuole delle correzioni esagerate, ma le più naturali possibili, in relazione al concetto di restitutio ad integrum, vale a dire che la paziente desidera un ritorno alle sue personali condizioni estetiche e fisionomoniche precedenti al fisiologico invecchiamento, non una esasperazione estetica che vada a modificarne i lineamenti.

(In merito all’Acido Jaluronico, va precisato che da pochissimo tempo è finalmente in commercio un nuovo tipo di questa sostanza, adatto per il riempimento stabile di depressioni cutanee profonde, quali le rughe naso-geniene e frontali. Il grosso vantaggio di questo materiale sta nel fatto che non contiene microsferule o altro, che provocherebbero delle fibrosità a distanza non più correggibili. Infatti la sua azione è la stessa dell’Ac. Jaluronico finora utilizzato senza problemi, che basa il suo effetto sul richiamo e intrappolamento di molecole di acqua dell’organismo stesso, senza provocare alcuna intolleranza tessutale, con risultati molto “naturali” e duraturi.)

E’ questo un concetto molto importante, che denota la maturità raggiunta dalla donna in questo periodo, che permette di discernere a ragion veduta tra la “chirurgia dell’invecchiamento” e la chirurgia estetica esasperata, vòlta a cambiare completamente i lineamenti della persona, in modo  spesso anche irrazionale, avvicinandosi inoltre al rischio di non accettazione dei risultati, dato che si ha in questi casi un’aspettativa molto soggettiva e quindi spesso irreale, che può nascondere una non accettazione della propria fisionomia,  tipicamente più nel giovane. Mentre abbiamo visto come nell’età intorno alla menopausa non vi siano problemi di autoaccettazione, ma semmai necessità di valorizzazione : questo permette un equilibrio di rapporto della paziente col medico, che è indispensabile per il pieno raggiungimento degli obbiettivi della correzione estetica e quindi del soddisfacimento della persona.

Naturalmente si può ricorrere a metodiche più definitive per la correzione delle rughe e delle labbra, che vanno dalla dermoabrasioni leggere e ripetute ai metodi con esfoliazione chimica o tramite metodiche laser; oppure al riempimento di profondi solchi con materiali protesici permanenti, o ancora alle tecniche chirurgiche di ingrandimento delle labbra.

A proposito della derrmoabrasione vale la pena di spiegare alcuni concetti chiarificatori. Al contrario di altre metodiche più o meno nuove che sono molto pubblicizzate, ma che si basano sul principio di distruzione del tessuto a scopo di rinnovamento dello stesso, che quindi lasciano dei margini di rischio spesso poco prevedibili in quanto legati alla reattività della pelle del soggetto, l’utilizzo di una nuova apparecchiatura per dermoabrasione offre a mio parere rispetto a questi un enorme vantaggio, in quanto, oltre a non necessitare di anestesia  (neppure locale)  in quanto totalmente indolore e atraumatica, abbina alla correzione abrasiva superficiale ripetuta, un notevole effetto di stimolazione del tessuto trattato, riattivandone la microcircolazione cutanea, dato dal fatto che la pelle viene aspirata e distesa per essere meglio levigata attraverso una piccola depressione a forma ovalare del manipolo, col notevole effetto dell’abbinamento di una ottima correzione degli inestetismi ad uno stabile miglioramento trofico della cute, rispettando quindi anche la logica tendenza odierna della ricostituzione tessutale con riduzione al minimo degli eventuali rischi correlati, con quindi una correzione e un miglioramento realmente completi della struttura cutanea, coadiuvati da trattamenti topici, da eseguire a domicilio, con estratti vegetali in creme, che aumentano il microcircolo cutaneo stabilmente, velocizzando tutto il processo restitutivo voluto. Ma soprattutto, questa tecnica permette di modulare direttamente l’azione correttiva, contrariamente alle metodiche con acidi, che si basano su una presumibilità di risultato, dopo causticazione più o meno aggressiva.

Per quanto riguarda gli arti inferiori, in assoluto la richiesta più frequente è la eliminazione dei capillari e delle teleangectasie, nonché delle adiposità e del rilassamento dei tessuti.

Per quanto riguarda i capillari, fra tutte le metodiche propagandate, la migliore e direi l’unica affidabile rimane la scleroterapia eseguita da mani esperte, in cui viene iniettato nel capillare una piccola quantità di liquido sclerosante che chiude il capillare definitivamente, Questa tecnica si esegue utilizzando aghi sottilissimi ( gli stessi utilizzati per iniettare il collagene e l’acido jaluronico nelle rughe ), e se ben eseguita non pone particolari problemi. Inoltre funziona benissimo anche per i capillari e le teleangectasie del volto, in particolare per i capillari in regione nasale.

Mentre per correggere il rilassamento cutaneo, oltre che migliorando notevolmente l’aspetto funzionale con riduzione degli accumuli adiposo-cellulitici, si è rivelata di estrema efficacia la tecnica “Endermolgy”, che si basa sull’utilizzo di un nuovo macchinario computerizzato (ma che deve essere usato da mani esperte), che tramite dei rulli produce un massaggio profondo ed energico dei tessuti cutanei e muscolari, producendo inoltre una notevole azione linfodrenante e disintossicante non solo dei tessuti direttamente trattati, ma dell’organismo in generale. Infatti è bene associare questa tacnica ad una terapia Omotossicologica personalizzata, per smuovere le tossine di tutto l’organismo, che verranno più rapidamente eliminate dall’organismo, durante i trattamenti con Endermology.

Inoltre è questa la preparazione ideale e basilare prima di sottoporsi ad intervento di lipoaspirazione o liposcultura, in quanto la cute sarà elasticizzata e tonificata in misura ideale, e il tessuto adiposo sarà molto più morbido per essere quindi aspirato con il minimo traumatismo e soprattutto con massima omogeneità, dando perciò serie garanzie di buona riuscita finale con minima convalescenza. Si può per esperienza diretta affermare che le persone prima trattate con questo schema hanno potuto sottoporsi per es. ad interventi di lipoaspirazione dell’addome (evitando un intervento di addominoplastica che avrebbe altrimenti costituito l’unica soluzione), con ottimo risultato e senza cedimenti cutanei successivi.

Molto spesso la paziente in questa fase di vita presenta altresì una sintomatologia di depressione mascherata che è molto importante riconoscere, anche per capire a fondo le reali problematiche della stessa e quindi potere stabilire in quale misura e in quale tipo di correzione fisionomonica la stessa possa avvantaggiarsi.

Infatti non è infrequente che la donna si rivolga al medico o al chirurgo estetico con una troppo generica richiesta di “miglioramento”, che denunciano una certa confusione e un malessere psicologico che possono portare la stessa a scelte inopportune quando non sbagliate, soprattutto se le pazienti si rivolgono a strutture poco professionali.

In questi casi è preciso compito e dovere del medico aiutare la paziente sotto il profilo estetico ma anche psicologico, sconsigliando al limite approcci chirurgici in quel frangente troppo impegnativi.

Altre volte invece un intervento chirurgico risolutivo può svolgere un importante ruolo antidepressivo e ridare completa fiducia e gioia di vivere alla paziente di questo tipo.

E’ intuibile quindi quanto l’approccio psicologico sia determinante nel raggiungimento degli obbiettivi preposti e non sia meno importante dell’aspetto tecnico in senso stretto.

La chirurgia estetica ( o meglio  la branca estetica della chirurgia plastica ) attuale ricopre quindi anche un ruolo psicoterapico.

In linea con la maturazione psicologica e la migliore presa di coscienza del proprio essere, aiutata anche dalla migliore informazione,  è sempre più frequente e avvertita dalle pazienti la prevenzione tumorale cutanea.

Spesso comunque la paziente confonde l’estetica con la prevenzione tumorale e si rivolge al chirurgo o al dermatologo per la eliminazione di neoformazioni cutanee che sono giudicate dalla paziente innocue o pericolose in base a parametri soggettivi, ma che comunque determinano una richiesta di eliminazione chirurgica giustamente di tipo estetico, così come avviene per tutte le altre branche chirurgiche, ma ovviamente in particolare nella chirurgia del volto.

Vale la pena di chiarire in merito alcuni concetti, visto che, come abbiamo visto, spesso la donna in menopausa di primo acchito si rivolge al chirurgo con problematiche legate a neoformazioni cutanee, o alla non accettazione delle stesse se anche antiestetiche.

Nnella  pratica  clinica  quotidiana , durante  il  colloquio  con  le  pazienti , emerge  chiaramente  quanto  ancora  vi  sia  da  rimuovere  in  certi  preconcetti  fortemente  radicati , derivanti  dalla  evidentemente  ancora  insufficiente  informazione  capillare  su  questo  argomento .

Ad  esempio , e’ molto  diffuso  il  concetto  che  una  lesione  cutanea  non  debba  essere  tolta , altrimenti  potrebbe  traformarsi  in  qualche  cosa  di  vagamente  pericoloso  e  piu’  precisamente  in  un  tumore  cutaneo.

Questa  errata  convinzione  e’ nata  e  prosperata  dal  fatto  che , fino  a  pochi  anni  fa ,  i  tumori  cutanei  spesso  e  per  vari  motivi , giungevano  tardivamente  al  chirurgo , per  cui  seppure  operati , queste  lesioni  avevano  gia’  metastatizzato  in  vari  organi  e , se  trattavasi  di  melanomi , erano  purtroppo  seguite  dalla  morte  del  paziente  in  tempi  piu’  o  meno  rapidi . E’ infatti  ormai  noto  che  il  melanoma  e’ una  neoplasia  cutanea  caratterizzata  da  alta  frequenza  e  precocita’  di  metastasi  in  vari  organi .

E’  intuitivo  come  questo  meccanismo  associativo  abbia  influito  emotivamente  in  senso  negativo  sui  pazienti , ma  purtroppo  anche  su  molti  medici  , mentre  se  operato  tempestivamente , anche  il  melanoma  offre  numerosi  casi  di  guarigione  definitiva .

Un  altro  frequente  quanto  errato  concetto , si  evince  dall ‘ interpretazione  emotiva  e  soggettiva  della  lesione  cutanea  da  parte  della  paziente , in  base  a  quanto  essa  sia  brutta  da  vedere  o  meno , a  quanto  sia  produttiva  e  sporgente  ed  alla  visibilita’  della  neoformazione , ed  infine  se  essa  sia  sempre  stata  presente  o  meno .

Si  tende , in  sostanza , a  sopravvalutare  una  banale  verruca  seborroica , o  un  nevo  dermico  fibromatoso , solo  perche’  poco  belli  da  vedere  e sgradevoli  al  tatto , mentre  si  sottovalutano    nevi  apparentemente  banali , piccoli  e  scuri , solo  perche’ poco  appariscenti  o  nascosti , oppure  ancora  perche’  presenti  dalla  nascita , mentre  invece  potrebbero  essere  quelli  piu’  a  rischio  di  trasformazione  in  tumori  cutanei  maligni .

Vi  e’ inoltre  una  notevole  oscillazione  negli  individui , nella  modalita’ di  approccio  emotivo  alla  loro  lesione  cutanea , che  va  dalla  piu’ pericolosa  indifferenza  e  noncuranza  della  stessa , alla  piu’ meticolosa  e  ossessiva  osservazione  di  ogni  piu’ insignificante  neoformazione , tanto  da  generare  a  sua  volta  uno  stato  di  malessere  psicologico , a  volte  anche  francamente  patologico .

Il  tutto  inoltre  viene  ulteriormente  complicato  da  una  generica  paura  di  un  eventuale  intervento  chirurgico  e  non  ultimo , dal  timore  di  esiti  cicatriziali  inestetici  , secondari  all’ intervento  stesso .

Tutto  quanto  detto  puo’ essere  in  gran  parte  ancora  imputato  alla  non  sufficiente  informazione  del  singolo  paziente , che  va  invece  edotto  in  modo  chiaramente  comprensibile , caso  per  caso .

Si  tenga  presente  che  la  precocita’ di  diagnosi  preventiva  ha  permesso  una  drastica  riduzione  della  mortalita’ da  melanoma , che  purtuttavia  risulta  avere  avuto  un  incremento  nella  popolazione  statistica , probabilmente  anche  per  l’aumento  della  vita  media  della  popolazione , nonche’ per  il  maggiore  numero  di  diagnosi  precoci .

Ovviamente , anche  se  abbiamo  parlato  principalmente  del  melanoma , non  esiste  solo  questo  tumore  cutaneo ,ma  un  gran  numero  di  tipi  e  sottotipi , piu’ o  meno  maligni , anche  se  nessuno  con  la  pericolosita’  del  melanoma .

Dopo  queste  doverose  premesse , la  paziente  si  chiedera’ come  deve  comportarsi .

Innanzitutto , e’ necessario  un  esame  clinico  specialistico , per  individuare  quali  siano  le  lesioni  eventualmente  a  rischio  di  malignita’ .

Fino  ad  oggi  esisteva  comunque  un  campo  di  incertezza , tra  l’osservazione  clinica  e  la  decisione  di  intervenire  o  meno  per  avere  poi  un  riscontro  con  l’esame  istologico  del  pezzo  asportato .

Ora  e’ possibile  completare  l’esame  e  l’interpretazione  clinica , con  la  nuova  tecnica  di  indagine,  che  e’  la  Microscopia Ottica .

Tale  metodica , del  tutto  non  invasiva  e  assolutamente  indolore , viene  effettuata  tramite  una  telecamera  mobile  a  fibre  ottiche , collegata  ad  un  monitor  a  colori , che  permette  di  visualizzare  fino  a  800  ingrandimenti  la  lesione  cutanea  in  esame , riportando  l’immagine  simultaneamente  sullo  schermo  e  ad  un  videoregistratore  con  stampante  a  250  colori .

Solitamente  sono  sufficienti  100  ingrandimenti  per  ottenere  un  quadro  molto  significativo  del  quesito  diagnostico .

Si  ha  con  questa  strumentazione  assolutamente  innovativa , una  importantissima  rilevazione  di  eventuali  depositi  melanocitari   e  della  struttura  istologica  della  lesione  esaminata , che  ci  permette  una  diagnostica  assai  piu’  affidabile  della  semplice  osservazione  clinica , quindi  una  piu’  razionale  decisione  chirurgica , con  ovvia  conferma  istologica , o  comunque  una  altrettanto  razionale  astensione  chirurgica , potendo  monitorare  nel  tempo  la  lesione  cutanea , rimanendo  entro  larghi  margini  di  sicurezza  per il  paziente  che  si  sottopone  a periodici  controlli   videoscopici .

E’  inoltre  possibile  documentare  le  immagini  ottenute , con  stampa  simultanea  delle  stesse , con  quindi  possibilita’  di  seguire  nel  tempo  l ‘ andamento  evolutivo  della  lesione , che  saremo  sempre  in  tempo  ad  asportare  ed  analizzare  istologicamente , qualora  cio’  divenisse  consigliabile .

Questa  metodica  si  e’  rivelata  basilare  anche  per  lo  studio  e  la  diagnostica  differenziale  di  tutte  le  altre  patologie  cutanee  non  tumorali , dal  momento  che  permette  la  visione diretta  e  ingrandita  del  tessuto  cutaneo  esaminato , nonche’  del  microcircolo  anatomofunzionale, nonché per lo studio e la tipizzazione dell’invecchiamento cutaneo.

In  merito  alle  procedure  chirurgiche  da  seguire , in  base  al  tipo  e  sede  della  lesione  tumorale , si  optera’ per  la  tecnica  tradizionale , per  la  Laserchirurgia  con  Laser CO2  chirurgico , od  anche  con  la  combinazione  di  entrambe  le  metodiche , considerando  che  l’utilizzo  del  taglio  laser  permette  la  contemporanea  coagulazione  dei  vasi  sanguigni  e  venosolinfatici , costituendo  in  tal  senso  una  maggiore  sicurezza  sia  in  possibili  recidive , sia  nella  possibilita’  di  metastasi  dal  focolaio  chirurgico .

Il  Laser CO2  inoltre  permette  la  eliminazione  tramite  vaporizzazione  di  molteplici  neoformazioni , che  per  la  loro  natura  benigna  non  necessitano  di  accertamenti  istologici , che  vengono  quindi  tolte  prevalentemente  per  motivi  estetici  o  funzionali .

Nella  stragrande  maggioranza  dei  casi , gli  interventi  di  escissione  dei  tumori  cutanei , non  richiedono  ricovero , essendo  eseguibili  a  livello  ambulatoriale , con  adeguate  attrezzature , necessitando  di  minime  quantita’  di  anestesia  locale , in  modo  del  tutto  indolore

Per  concludere , il  paziente  deve  inoltre  sapere  che  oggi  si  tende , doverosamente , a considerare  anche  le  odierne  esigenze  estetiche , nell’esecuzione  delle  tecniche  piu’ idonee  anche  sotto  questo  aspetto , e  quindi  ad  eseguire  questi  interventi  combinando  la  finalita’  curativa  con  quella  estetica , con  maggiore  gratificazione  sia  dell’operatore  che  del  paziente  stesso, di  qualsiasi  eta’  e  sesso  di  appartenenza .

In particolare nella donna in menopausa spesso la rimozione di molteplici neoformazioni cutanee, al volto ma anche al corpo, coincidono con un notevole miglioramento estetico.

Altro piccolo capitolo meno importante da un punto di vista salute, ma frequentissimo nella richiesta delle pazienti, è costituito dall’eliminazione delle cosiddette “macchie senili” che si formano in particolare sul dorso delle mani.

Data la frequenza delle richieste, è curioso notare  che moltissime pazienti pensano che la eliminazione di questo inestetismo sia praticamente impossibile, mentre invece è risolvibilissima con alcune banali sedute di diatermocoagulazione con un apparecchio dotato di riduzione di potenza, in questi casi forse meglio gestibile anche del laser, seguite da applicazioni di acido glicolico per uniformare la cute nel suo aspetto finale.

Accanto alle terapie chirurgiche e cosmetiche in senso stretto fin qui accennate, trovano valida applicazione terapie biologiche di supporto, che mirano ad un completamento del risultato e ad una sua maggiore durata, ma anche ad uno stimolo generale dell’organismo, in linea con la necessità della medicina moderna e della paziente di migliorare sì esteticamente, ma anche di vivere con il migliore stato di benessere  psico-fisico.

Sono queste le terapie biologiche, che ben si integrano con quelle più classiche, che fanno leva sulla stimolazione e regolazione delle risorse dell’organismo stesso della persona, svolgendo una importante funzione di regolazione dei processi biochimici e antiossidativi che portano all’invecchiamento dell’organismo, spesso in maniera precoce.

Accanto alle terapie Tessutali, che svolgono una forte stimolazione organica in senso fisiologico dell’organismo, sono molto utili dei cicli di terapia in parte domiciliari e in parte ambulatoriali, atti a svolgere un’azione di stimolo delle difese dell’organismo contro gli agenti ossidanti ma anche a stimolare la riproduzione di elastina e collagene dei tessuti, abbinati a regole igieniche dietetiche e di vita.

Ad esempio è utile integrare i trattamenti correttivi dell’invecchiamento cutaneo con cicli di microiniezioni effettuate su punti particolari del volto con farmaci omeopatici ed estratti d’organo, in modo da sfruttare oltre alle proprietà di modulazione sui processi rigenerativi dei composti anche le azioni di stimolazione dei punti di agopuntura, ottenendo inoltre una stabile tonificazione dei muscoli facciali, con molto spesso un effetto tipo lifting (Bio-lifting).

Comunque, anche in assenza di trattamenti locali, la paziente in menopausa o in premenopausa si troverà molto avvantaggiata da una terapia di tipo biologico effettuata anche a domicilio, proprio perché  la finalità sarà quella di stimolo e regolazione ghiandolare in una fase di vita da questo punto deficitaria, quale quella considerata.

Vale la pena di esporre sinteticamente una scheda riassuntiva, che riguarda in particolare la diagnostica attuale delle patologie cutanee, con particolare riguardo all’invecchiamento cutaneo, allo scopo di impostare e modulare la terapia più indicata nei singoli casi:

La Medicina oggi si può avvalere di interessanti ausilii, che permettono di valutare l’effettivo stato di trofismo cutaneo e la struttura anatomo-funzionale nel singolo caso, allo scopo di avere un inconfutabile quadro reale dello stato di senescenza cutanea, con innegabili vantaggi diagnostici e soprattutto terapeutici, permettendo di formulare un ideale schema terapeutico mirato.

Le metodiche utilizzate sono:

 

  • Esame clinico

Per valutare lo stato di elasticità cutanea, il tipo di pigmentazione (in quanto disturbi di pigmentazione spesso sono correlati a disfunzioni d’organo ), lo spessore della pelle, il grado di irrorazione sanguigna, ecc.

 

  • Videoscopia ottica a diversi ingrandimenti

Con questa metodica, che richiede un’apparecchiatura particolare, a 200 ingrandimenti, si può evidenziare su un monitor ( e registrare su videocassetta ) il tipo di organizzazione del tessuto esaminato, ed è basilare per lo studio di tumori e/o lesioni cutanee. Nel caso dello studio dell’invecchiamento cutaneo si potrà valutare il patrimonio di fibre collagene ed elastiche, nonché la struttura cornea dell’epidermide esaminata, nonché lo stato di idratazione e trofismo.

 

  • Capillaroscopia ottica

Si effettua con la stessa metodica della videoscopia, ma con particolari accorgimenti per evidenziare la struttura microcircolatoria della pelle. E’ questo un momento diagnostico fondamentale, in quanto un tessuto  in un tessuto distrofico facilmente si avranno anche delle alterazioni morfo-funzionali del microcircolo; sarà quindi necessario attivare e ricostruire lo stesso con l’utilizzo di particolari creme di preparazione galenica, se vorremo assicurare un ripristino della struttura cutanea ( base fondamentale per una ricostruzione tessutale ).

 

  • Esame ematico dello stress ossidativo

Molto spesso l’aspetto dell’apparato tegumentario rispecchia anche lo stato generale di salute, e del resto è imprescindibile una terapia dell’invecchiamento cutaneo senza considerare l’organismo nella sua globalità ( concetto da applicarsi a tutta la medicina moderna di tipo olistico ).

Mentre fino a poco tempo fa la titolazione dei radicali liberi nell’organismo era possibile solo con una serie di esami costosi e complicati, è oggi possibile misurare lo stress ossidativo della persona tramite una innovativa metodica che richiede solo un piccolo prelievo di sangue dal polpastrello di un dito, seguìto dalla titolazione dei radicali liberi ( metaboliti dello stress ossidativo tessutale, responsabile dell’invecchiamento e deterioramento organico ) mediante una particolare apparecchiatura di laboratorio.

Questo esame è fondamentale sia a livello diagnostico che prognostico, fornendoci inoltre la possibilità di monitorare a distanza la efficacia della terapia anti-ossidativa eseguita dal paziente, fornendoci inoltre un parametro importantissimo dello stato generale dell’organismo.

  • Monitoraggio chimico-clinico : valutazione assetto ormonale e fattori di rischio

Fondamentale studio emato-chimico che permette di approntare una terapia che accanto ad una funzione tipicamente anti aging, costituisce altresì un momento diagnostico per un approccio preventivo delle ben note patologie cardiovascolari e tumorali tipiche del nostro tempo, che colpiscono la donna al pari dell’uomo dopo la menopausa, e a volte con anche maggiore incidenza.

  • Istologia cutanea

A completamento diagnostico nello studio dell’invecchiamento cutaneo ( basilare nella diagnostica di lesioni tumorali e/o patologie cutanee ), l’analisi istologica di un piccolo frammento di tessuto cutaneo prelevato microchirurgicamente, ci fornirà un quadro definitivo e incontrovertibile della reale situazione di degenerazione tessutale, con il rilevamento inoltre della percentuale in fibre elastiche, reticolari e collagene.

Ovviamente anche quest’ultimo esame deve essere eseguito da un istopatologo esperto e ricercatore.

 

 CONCETTO DI TERAPIA DELL’INVECCHIAMENTO TESSUTALE

 

Da quanto su esposto, ad un lettore attento non potrà sfuggire la grossolana incongruenza e parzialità di molti comuni approcci terapeutici vòlti solo a correggere  temporaneamente e parzialmente alcuni difetti quali rughe, iperpigmentazioni, interventi di chirurgia estetica ecc,

Infatti qualsiasi metodica seppur valida sarà destinata a correggere temporaneamente tali difetti, lasciando invariati l’aspetto generale e l’evoluzione peggiorativa globale dell’organismo, se non sarà suffragata da un programma terapeutico finalizzato a ricondurre l’intero organismo alla sua ideale funzionalità e armonia generale. Questo può essere attuato solo associando una terapia antiossidativa generale e drenante delle tossine accumulate dall’organismo, che da solo non è più in grado di eliminare; sarà quindi indispensabile a questo scopo, riattivare gli emuntori dello stesso e combattere lo stress ossidativo con l’assunzione di mirati rimedi di tipo biologico in grado di antagonizzare i radicali liberi e riportare quindi un equilibrio metabolico nell’organismo.

Sarà intuitivo che il notevole miglioramento dell’aspetto cutaneo rispecchierà un più profondo e globale stato di benessere, con una migliore difesa contro tutte le patologie organiche ( facilitate quando non direttamente secondarie dallo stress ossidativo continuato ).

Appare superfluo aggiungere che dopo questo protocollo terapeutico qualsiasi terapia aggiuntiva ( quali iniezioni di acido jaluronico nelle rughe e nelle labbra, peeling dermoabrasivi e di altro genere; interventi di chirurgia correttiva ed estetica; terapie rivitalizzanti placentari; terapie omotossicologiche stimolanti la produzione di collagene tessutale; nonché le cure per patologie cutanee), risulteranno non solo più complete ed efficaci, ma anche molto più durature.

In sintesi per ottenere lo scopo, una valida terapia per prevenire, bloccare e far regredire l’invecchiamento cutaneo, deve essere impostata per agire su vari versanti: per bonificare il terreno su cui ripristinare la struttura tessutale persa o impoverita degli elementi costituzionali di base. Quindi sarà necessario iniziare con una cura drenante e disintossicante di tipo omotossicologico, a seconda della tipologia della persona, coadiuvata dall’assunzione a cicli di antiossidanti particolari e substrati polivitaminici. Contemporaneamente (in base ai risultati della diagnostica precedentemente descritta), sarà impostata una terapia topica con dei presìdi per applicazione locale, in particolare allo scopo di arricchire il microcircolo cutaneo (portatore di ossigeno e di principi attivi nonché di molecole essenziali ), eventualmente coadiuvati da cicli di microiniezioni di tipo biologico atte a stimolare la produzione di fibre collagene da parte dello stesso organismo. Eventualmente, qualora sia reputato necessario, la terapia sarà potenziata con terapie placentari per via generale, con anche l’assunzione di particolari prodotti derivati da crostacei, che hanno dimostrato la capacità di indurre l’organismo a sintetizzare fibre collagene ed elastiche nel distretto cutaneo.

Importante inoltre considerare in associazione con questa multiterapia, l’opportunità di esecuzione di metodiche accessorie, che oltre ad essere stabilmente correttive di difetti cutanei e delle molteplici fini rughe ( per es. del volto ), producono una potente stimolazione ristrutturativa delle zone trattate, in senso fisiologico, quali ad esempio delle  microdermoabrasioni ripetute a determinati intervalli di tempo, che unitamente alla terapia anti-invecchiamento producono dei risultati eclatanti, rinnovando completamente e in modo graduale la cute, in modo completamente indolore (non richiedendo neppure l’utilizzo di anestesia locale).

Infine, laddove la situazione e/o la conformazione congenita o acquisita lo richieda, si proseguirà con le  ben note tecniche medico-chirurgiche correttive; più o meno definitive.

 

 

Da quanto esposto, alla lettrice attenta non sarà sfuggito che oggi l’approccio alle problematiche legate alla premenopausa e alla menopausa deve tendere ad una visione di tipo olistico della persona, nel rispetto dell’economia psicodinamica e organica della donna che attraversa un periodo così delicato, ponderando caso per caso la migliore metodica per la migliore risoluzione delle problematiche, non considerando le stesse in modo settoriale, ma inquadrandole in una visione più completa della persona, dato che in definitiva lo scopo ultimo sarà il globale benessere della Persona, che solo così potrà proiettare all’esterno un’immagine realmente positiva.

 

 

GLOSSARIO DEI TERMINI

 

Acido Jaluronico:  sostanza anallergica ricavata naturalmente o sintetizzata in laboratorio, utilizzata per il riempimento di depressioni cutanee, rughe, riempimenti labiali. La sua particolare struttura chimica intrappola le molecole di acqua dell’organismo, permettendo di ottenere un effetto del tutto naturale. La sostanza si riassorbe molto lentamente, senza lasciare esiti indesiderati nella sede di iniezione.

 

Addominoplastica:   intervento chirurgico per rimodellare l’addome con completa eliminazione dell’eccedenza adiposo-cutanea. Spesso associata a rinforzo chirurgico della parete muscolare addominale.

 

Blefaroplastica:   intervento di eliminazione della eccedenza adiposo-cutanea delle palpebre superiori e/o inferiori, con correzione delle “borse” palpebrali. La cicatrice risulterà pressochè invisibile in breve tempo. Generalmente richiede solo anestesia locale.

 

Dermoabrasione:   trattamento finalizzato alla correzione di esiti cicatriziali di varia origine; utilizzato anche come correttivo di rughe superficiali e peeling meccanico per il ringiovanimento del volto (con la tecnica a microcristalli). Agisce togliendo lo strato epiteliale superficiale e stimolando la rigenerazione del tessuto.

 

Endermology:   trattamento a cicli tramite nuova apparecchiatura computerizzata, per la correzione di adiposità, cellulite, stasi venoso-linfatica, cicatrici da ustione e di varia origine. Essenziale inoltre come preparazione nel pre e post-intervento di lipoaspirazione.

 

Iperpigmentazioni (macchie cutanee):   esiti di colore marrone su varie zone cutanee, secondarie a molteplici fattori. Il loro trattamento di eliminazione non può prescindere da una precisa diagnosi e prognosi del tipo di lesione individuale, essendo le tecniche correttive molteplici, come i loro risultati.

 

Microscopia ottica:   tecnica di visualizzazione diretta su monitor della cute e dei tumori cutanei, tramite illuminazione a fibre ottiche e ingrandimenti variabili da 200X a 800X. Costituisce un indispensabile esame diagnostico nello studio e monitorizzazione delle neoformazioni cutanee, utilizzabile anche per lo studio dell’invecchiamento tessutale e il controllo delle terapie di ringiovanimento cutaneo.

 

Leefting:   intervento chirurgico di correzione dei cedimenti tessutali del distretto cervico-facciale, tramite incisioni chirurgiche in zone poco o http:\\/\\/www.chirurgiadermatologicamilano.ita visibili, con sollevamento dei tessuti muscolo-fasciali ed eliminazione dell’eccedenza cutanea.

 

Un interessante risultato in tal senso, indicato nei casi di lieve rilassamento muscolo-cutaneo del volto, viene ottenuto con semplici sedute di microiniezioni con sostanze di tipo omeopatico-omotossicologico, eseguite nei punti di stimolo di tonificazione muscolare, facciale e nella regione del collo. ( Bio-leefting ).

 

Lipoaspirazione:   intervento di eliminazione delle adiposità localizzate (Liposcultura), nelle varie zone corporee. Se condotto con le migliori tecniche risulta oggi molto poco traumatico, senza gli effetti negativi ben conosciuti, secondari a cattiva esecuzione da parte di operatori non specialisti del settore.

Ideale una preparazione con Endermology, sia nel pre che nel post-operatorio.

L’intervento molto spesso può venire eseguito in anestesia locale, senza ricovero, ma con le adeguate misure di sicurezza.

 

0motossicologia:   terapia di tipo omeopatico come concetto di base, ma modernizzata e resa più scientifica e pratica dal risultato di lunghi e seri studi degli effetti sull’organismo delle tossine, degli agenti patogeni e dei medicamenti utilizzati. Rappresenta un ottimo supporto terapeutico per la salute  globale  dell’organismo,  con  positivi  riflessi  anche  sull’aspetto esteriore. Nel caso della nostra argomentazione, permette in sintesi l’applicazione del concetto di medicina olistica anche nella medicina e chirurgia estetica.

 

 

Dott. Walter Polinelli